Ciao ragazze/i,
ancora un'intervista alla nostra Paullina Simons offerta al forum dal nostro gentilissimo R.Sim(m)ons. (Grazie!!!!)
Questa volta la scrittrice risponde alle domande della rivista online neozelandese
www.nzgirl.comBuona lettura!****
Anno 2001,
nzgirl ha raggiunto Paullina Simons durante la sua recente visita in Nuova Zelanda e ha chiacchierato con lei sulla sua vita di autrice di best-seller.-)
Paullina, come hai iniziato a scrivere?All'inizio, quando ero ragazzina in Russia, pensavo a come diventare un'autrice e da quel momento gli altri miei impieghi sono stati solo una distrazione. Non pensavo che da grande sarei diventata una scrittrice perché non scrivevo nulla al momento - ma era uno dei miei sogni. La cosa che amo di più nello scrivere è che si può essere così trasportati dai sentimenti. Io sono commossa da ciò che scrivo, perché è realmente trasfuso dal mio cuore dentro le pagine. Percorre la sua via fin dentro il cuore delle persone, perché le mie parole possono davvero suscitare emozioni nelle persone.
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Come procedi per scrivere i tuoi romanzi?Quello che non faccio quando scrivo è pianificare ciò che sto per fare. Alcune persone scrivono la trama della loro storia, ma secondo me una volta che l'hai scritta la magia della scrittura è perduta. Voglio vivere la storia così come vivo la mia vita - scrivo fino a quando non riesco a immaginarmi la scena e allora è il momento di prendersi una pausa. In
The Bronze Horseman i personaggi crescono in maniera molto reale, e vedi la loro vita proprio come vedi la tua.
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Per fare ricerche per The Bronze Horseman sei ritornata in Russia. Come ti è sembrata?Purtroppo non c'era alcuna differenza in Russia quando sono tornata per fare ricerche sul romanzo. C'erano un po'di pubblicità occidentale e alcuni negozi con insegne giapponesi e inglesi - ma per quanto riguarda il modo di vivere della maggior parte della gente nulla è affatto cambiato.
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Come è stato crescere in Russia?Non saprei davvero a cosa paragonarlo. Vivevo in città e in estate andavo in un paesino di campagna. Non mangiavamo carne se non circa una volta alla settimana, ma pensavo fosse normale. Sul serio desidero portarci mio marito e i miei bambini di modo che possano vedere com'è il luogo dove sono cresciuta.
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Che cosa ti ha ispirato a scrivere The Bronze Horseman?Mi era stato chiesto di scrivere un libro sulla Russia, ma ero molto spaventata dato che non pensavo che avrei potuto renderle giustizia. E poi mi è venuta in mente una scena con il mio eroe e la mia eroina - sentivo il loro reciproco amore e sapevo che erano in un tempo di disperazione. Ho visto la possibilità che potesse nascere da loro una storia - non è sufficiente scrivere di Leningrado e della guerra e del comunismo e di Stalin - c'è bisogno che dietro ci sia una storia. Ho finito il libro nel mese di ottobre dello scorso anno. Da allora ho scritto altre 1300 pagine nel seguito di
The Bronze Horseman, ho scritto il prequel del libro e una sceneggiatura basata sul libro - oh, e ho scritto un libro non di fantasia sul mio viaggio in Russia.
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In che cosa sarai impegnata per i prossimi due mesi?Devo finire il seguito e inviarlo al mio editore inglese - sono anche in procinto di iniziare un nuovo libro, ambientato nell'America contemporanea.
The Bronze Horseman sta per essere distribuito anche negli Stati Uniti e ci sarà da fare un po' di promozione.
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Quale consiglio puoi dare agli scrittori in erba?Se dei giovani sono seriamente decisi a buttarsi nella scrittura raccomando loro di leggere qualunque cosa su cui riescano a mettere le mani. Leggete bei libri, buona letteratura, e libri che hanno avuto un effetto sull'ispirazione delle persone. Non preoccupatevi del livello di scrittura. Scrivete il più possibile - su un giornale, sui ritagli di carta, se ci riuscite racconti brevi. È sufficiente scrivere qualcosa, e non preoccupatevi di
ciò che non conoscete o di cui non avete esperienza. Prendete un pezzo di carta e una penna e cominciate. Siate scrupolosi con ciò che desiderate.
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